Basilica di San Michele Maggiore - Pavia

Basilica di San Michele Maggiore - Pavia

  • Indirizzo: Piazza S. Michele 27100 Pavia ITA

San Michele Maggiore è uno dei luoghi più rappresentativi di Pavia e del romanico europeo. Nell’età dei longobardi fu un luogo di culto di primo piano, poi vera e propria cappella palatina in età carolingia e, quindi, dalla fine del IX secolo, con il dischiudersi del periodo dei re italici, sede di elezione e incoronazione. Quanto all’origine prima della basilica, tacendo dell’antica tradizione locale che voleva la chiesa fondata nientemeno che dall’imperatore Costantino I, la prima menzione in assoluto di San Michele è quella di Paolo Diacono inerente i fatti dell’anno 662. Secondo alcuni studiosi non è però improbabile che la chiesa fosse di fondazione prelongobarda. Della chiesa altomedievale non restano tracce visibili; oggi si ammirano le straordinarie forme romaniche. La sola incoronazione che ebbe effettivamente luogo nella basilica di San Michele Maggiore romanica fu quella di Federico Barbarossa del 19 aprile 1155.  La basilica a quest’epoca era certamente conclusa, già in opera il suo corredo plastico e musivo. La chiesa è caratterizzata dalla pietra arenaria, tenera e di colore giallastro proveniente dal vicino Oltrepò. La grande facciata a capanna, culminante in un’agilissima galleria offre alla vista incantata dei visitatori tre grandi portali a profonda strombatura che corrispondono alle tre navate interne. Mirabile il complesso dei rilievi- bassi e alti- distribuiti in sette ordini o fasce. Sul portale centrale spicca San Michele; grande la varietà dei soggetti raffigurata: uomini, animali, mostri e cose: scene di caccia, scene di mestieri, di pesca, di vita domestica, figure di draghi, di cavalli, di ippogrifi, di sirene e aquile, di sfingi, di leoni, di pavoni e diavoli. Entrando, non sfugge il particolare curioso dell’asse longitudinale della basilica lievemente deviato a destra, e dovuto forse ad un intento simbolico, denotando il reclino della testa del Signore morto in croce. Si noti nella distribuzione dei sostegni, il «sistema alternato» cioè di pilastri maggiori e pilastri minori, alternati, come in S. Ambrogio a Milano. Poi si affaccia l’organismo attuale delle volte: «attuale» perché esse non sono quelle originarie del sec. XII., bensì quelle ricostruite nel XV secolo. Connesso col sistema della volta maggiore è quello dei matronei caratteristici di questa Basilica, ossia di gallerie o logge correnti sopra le navate minori, gallerie le cui soglie sono avvertite e marcate verso la navata maggiore, da una cornice corrente tutto in giro e sorretta da mensolette di finissima scultura. Il rifacimento del Da Candia, per il quale oggi ad ogni campata centrale ne corrisponde una sola laterale, venne a modificare quello che era il rapporto consueto nell’architettura romanica lombarda, cioè di una campata centrale alla quale corrispondevano due minori campate laterali. La visione dei capitelli appare veramente interessante, si tratta di capitelli figurativi alcuni di tema biblico, ma in generale legato al concetto del sacrificio, della tentazione, della fortezza, della salvezza. Il presbiterio è rialzato sopra una cripta a oratorio seminterrata che invade parzialmente lo spazio dell’incrocio.

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