Monte di San Contardo

Monte di San Contardo

Da sempre “disegna” lo skyline di questo lembo di terra oltrepadana. Lo si vede da molto lontano, arrivando in città dall’autostrada o dalla vicina Pavia. E’un “luogo simbolo” che raccoglie in sé simboli di fede e richiami paesaggistici. Stiamo parlando del “Monte di San Contardo”. Qui la tradizione vuole che il patrono di Broni al quale il colle è dedicato, trascorse in preghiera gli ultimi momenti della sua vita terrena.

Studi recenti affermano che la storia di questo colle affonda le sue radici in tempi assai lontani: già nel 1214 in un documento pergamenaceo conservato a Pavia vengono ricordati appezzamenti di terreno di proprietà del monastero cluniacense di San Maiolo di Pavia posti “in monte di Bronie”. Sempre secondo questi studi, sul monte esisteva da tempi antichissimi una chiesetta, annessa ad un fortilizio militare, dedicata a San Michele Arcangelo, la cui esistenza è provata documentariamente sia nel 1336 che nel 1481.

L’attuale cappella fu eretta nel XIX secolo, si pensa dopo il 1805. In quell’anno, infatti, venne sciolta la Veneranda Fabbrica di San Contardo e fino a quell’anno nei suoi registri non si fa menzione di alcuna cappella sul monte.
Nel biennio 1839-1840 il piccolo oratorio venne ricostruito e ampliato e nel 1850 venne collocata al suo interno una statua lignea raffigurante San Contardo.

Arrivando ai giorni nostri, una tappa fondamentale nella storia di questo simbolo di Broni è stata scritta il 25 agosto 1996. In quella domenica, centinaia di persone parteciparono all’inaugurazione dei lavori di riqualificazione della strada e del colle. Lavori imponenti, voluti dalla comunità cristiana di Broni per custodire e tramandare alle nuove generazioni un luogo tanto caro.
Quella strada, percorsa da intere generazioni, prima del 1996 polverosa e accidentata, venne completamente ricostruita e asfaltata; importanti e all’avanguardia opere di ingegneria idraulica hanno evitato e evitano al centro cittadino i periodici allagamenti dovuti ai temporali; la cappella restaurata e la sommità del colle trasformata in un’oasi di verde.
Di grande pregio la Via Crucis che “accompagna” il visitatore lungo la salita al Monte. E’ opera dello scultore pavese Angelo Grilli. Quindici stazioni, nate dalla passione dell’artista e del sincero credente, realizzate con scrupolosa puntigliosità, a Deruta, la “capitale” della ceramica. Tra i suoi molti pregi, poniamo all’attenzione quello di un linguaggio immediatamente accessibile, comprensibile a tutti, capace di suscitare emozioni. I colori sono morbidi e colpisce l’essenzialità del racconto, nel quale agiscono pochi personaggi, solitamente due che Grilli ha collocato accanto a Gesù. In due soli casi Cristo è solo: nell’ora della morte e nella gloria della Risurrezione.
Nel 2013 è stata “ridisegnata” l’illuminazione della strada e della cappella. Un moderno impianto di luci al led dà di questo angolo di Broni e d’Oltrepò un’immagine affascinante e suggestiva.
In molti, nella bella stagione, salgono al Monte. In un felice connubio di fede, natura e arte.

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